IDROELETTRICO PICCOLO O MICRO

Impianti di taglia ridotta che sfruttano corsi d’acqua minori per produrre energia locale e sostenibile.

IDROELETTRICO

Matteo Balista

10/9/20253 min read

Piccolo/Micro Idroelettrico
Piccolo/Micro Idroelettrico

PICCOLO/MICRO IDROELETTRICO

Impianti di taglia ridotta che sfruttano corsi d’acqua minori per produrre energia locale e sostenibile

Il piccolo o micro-idroelettrico è la scala “umanizzata” dell’energia idrica: impianti con potenza limitata (tipicamente fino a qualche decina o centinaia di kilowatt), che sfruttano salti modesti o portate contenute in fiumi, torrenti o corsi d’acqua storici come mulini abbandonati. L’idea è produrre energia pulita vicino al luogo di consumo, minimizzare l’impatto sul territorio, e ottenere ritorni economici non troppo diluiti nel tempo.

Funzionamento

Più o meno come le centrali più grandi, ma in piccolo: si preleva una frazione dell’acqua dal corso, la si convoglia attraverso condotte o vasche di carico, la si fa passare attraverso una turbina adeguata, che aziona un generatore elettrico. Dopo la turbina l’acqua torna nel corso d’acqua. Il salto idrico e la portata restano le variabili principali: anche salti modesti (pochi metri) possono funzionare se la portata è costante. Si usano turbine Pelton per salti alti ma portata bassa, turbine Banki o Cross-Flow per salti più bassi e portate più regolari; ci sono anche soluzioni per bassissimo salto, come le turbine VLH (Very Low Head) o le coclee.

Perché conviene

Questo tipo di impianto offre vantaggi notevoli per contesti locali. Produce energia in modo più continuo di fotovoltaico ed eolico (quando il corso d’acqua è costante), e senza bisogno di grandi accumuli elettrochimici se si è connessi alla rete. I costi iniziali per kilowatt installato sono maggiori di quelli del fotovoltaico, ma le opere accessorie sono meno complesse rispetto alle dighe grandi. Per impianti tra 10 e 100 kW si stimano costi per kW installato nella fascia di 1.500-3.000 euro, con tempi di ammortamento che possono variare da meno di 10 anni (per taglie molto piccole) fino a 15-20 anni nelle taglie maggiori.

Una caratteristica importante è che, talvolta, si può usare energia in surplus per usi locali (ad esempio riscaldamento dell’acqua), aumentando l’autosufficienza energetica.

Limiti e criticità

Ci sono però delle sfide da affrontare. La variabilità del flusso d’acqua può essere marcata: durante periodi di siccità la produzione cala, e nei corsi d’acqua torrentizi ci possono essere stagionalità molto accentuate. Anche il salto disponibile può essere un vincolo: senza dislivello sufficiente, la potenza che si sviluppa resta modesta.

Impatto ambientale e paesaggistico sono minori rispetto ai grandi impianti, ma non assenti: è necessario prestare attenzione al deflusso minimo e al passaggio per gli organismi acquatici, alla qualità dell’acqua, allo scarico ecc.

Italia: situazione attuale

In Italia il micro idroelettrico è già diffuso, specialmente nelle aree montane e nelle regioni con molti torrenti. Il potenziale non sfruttato è ancora significativo: ci sono mulini storici, vecchie opere idrauliche da riconvertire. La politica energetica recente ha previsto incentivi specifici per impianti di taglia piccola, rendendo economicamente più fattibile il loro sviluppo.

Per impianti tra 10 e 100 kW, i rendimenti, se ben dimensionati, e i costi di gestione contenuti rendono possibile un buon ritorno sugli investimenti.

Prospettive future

Il futuro del micro idroelettrico è legato all’innovazione tecnologica e alla normativa. Più efficienza nelle turbine, automazione del controllo, monitoraggio in tempo reale sono leve su cui puntare. Inoltre, la riconversione di infrastrutture esistenti, come mulini, canali irrigui, acquedotti, può rappresentare un’opportunità di sviluppo sostenibile.

Un altro filone è quello del “micro idroelettrico nascosto” o “residuale”: usare infrastrutture che già esistono, sfruttare salti o flussi altrimenti trascurati, ridurre al minimo le nuove opere civili.

Il piccolo/micro idroelettrico è una tecnologia concreta per produrre energia pulita a scala locale, con impatti ridotti, costi e complessità inferiori rispetto ai grandi impianti. Non è la soluzione unica per la transizione energetica, ma è un tassello essenziale per un sistema distribuito, resiliente e sostenibile. È utile dove c’è acqua costante, dislivello modesto, comunità locale interessata: chi progetta bene, valuta bene salto, portata e impatto, può ottenere risultati molto soddisfacenti.

Indice delle Tecnologie Idroelettriche:

  1. Centrali ad acqua fluente
    Impianti che sfruttano il flusso naturale di fiumi o torrenti, con portata variabile a seconda della stagione.

  2. Centrali a bacino (o a invaso)
    Impianti che accumulano acqua in bacini per sfruttare la caduta (salto) per la produzione energetica, con possibilità di regolazione.

  3. Centrali ad accumulo (di pompaggio)
    Sistemi dotati di bacini a monte e valle che permettono di pompare acqua durante i periodi di bassa domanda e produrre energia nei momenti di picco.

  4. Piccolo / micro-idroelettrico / recupero su infrastrutture già esistenti
    Impianti di piccola scala che usano portate modeste o strutture già costruite (canali, acquedotti, etc.), con basso impatto ambientale.

  5. Tipologie di turbine e salto variabile
    Diversi modelli di turbine (es. Francis, Kaplan, Pelton) adatti a condizioni diverse di dislivello (salto) e portata d’acqua.