ADDIO DISCARICA: PALE EOLICHE RICICLABILI E BIO-DERIVATE

Pale eoliche riciclabili sviluppate dal NREL: resine bio-derivate che si rigenerano a fine vita, riducono i costi e trasformano l’energia del vento in un modello davvero circolare e sostenibile.

EOLICO

Matteo Ballista

10/19/20252 min read

Pale eoliche riciclabili sviluppate dal NREL
Pale eoliche riciclabili sviluppate dal NREL

ADDIO DISCARICA: PALE EOLICHE RICICLABILI E BIO-DERIVATE

Resine bio-derivate che si rigenerano a fine vita, riducono i costi e trasformano l’energia del vento in un modello davvero circolare e sostenibile.

UNA NUOVA ERA PER L’EOLICO CIRCOLARE

Il vento è una delle fonti più pulite che abbiamo, ma finora non era davvero “a impatto zero”. Dopo vent’anni di servizio, le pale eoliche diventano rifiuti difficili da smaltire, perché realizzate in resina e fibra di vetro, materiali resistenti ma non riciclabili. Migliaia di tonnellate finiscono ogni anno in discarica o nei cementifici, dove vengono bruciate con recupero parziale.

Nel 2024, il National Renewable Energy Laboratory (NREL) ha annunciato una scoperta che potrebbe cambiare tutto: una resina bio-derivata e completamente riciclabile, capace di essere rigenerata in nuovi componenti senza perdere prestazioni. È la chiave per chiudere finalmente il ciclo dei materiali nell’energia del vento.

IL PROBLEMA NASCOSTO DEL VENTO

Negli ultimi vent’anni, l’energia eolica è cresciuta fino a superare 900 gigawatt di potenza installata nel mondo. È un successo tecnico e ambientale, ma porta con sé un’eredità silenziosa: decine di migliaia di pale in dismissione. Ogni turbina, lunga fino a 80 metri, è costruita per resistere alle tempeste, non per essere smontata.

Le opzioni di riciclo tradizionali – come il co-processing nei cementifici – riescono a recuperare solo una piccola parte del materiale, con emissioni aggiuntive. Serviva un salto tecnologico, un modo per rendere le pale eoliche parte di un ciclo chiuso, come accade con l’alluminio o l’acciaio.

LA SCOPERTA DEL NREL

Il team del NREL, in collaborazione con l’Università del Colorado e Arkema, ha sviluppato una resina a base di acido polilattico (PLA), ottenuta da fonti rinnovabili come mais e canna da zucchero. Questa resina può essere decomposta chimicamente in laboratorio con un solvente acido, trasformandosi nei suoi monomeri originali, pronti per essere riutilizzati in una nuova pala.

Nei test pubblicati nell’agosto 2024, le pale prodotte con questa resina hanno mostrato prestazioni meccaniche e durabilità comparabili ai materiali convenzionali. Ma la differenza è sostanziale: dopo vent’anni di uso, la pala può essere “sciolta” e rigenerata, invece di essere abbandonata.

ECONOMIA CIRCOLARE, NON SOLO ECOLOGIA

L’innovazione non è solo sostenibile: è anche conveniente. L’analisi economica del NREL indica che, una volta avviata la produzione su larga scala, il costo della resina bio-derivata potrà eguagliare o persino ridurre quello delle resine epossidiche tradizionali.

Secondo le proiezioni, un ciclo completo di recupero potrebbe far risparmiare fino al 20% dei costi di materiale e ridurre le emissioni complessive di CO₂ di oltre 2,5 milioni di tonnellate entro il 2035, solo negli Stati Uniti. È la dimostrazione che l’innovazione verde può essere anche una strategia industriale solida.

LA PALA CHE TORNA A CASA

Immagina una pala che, dopo vent’anni di vento, torna in fabbrica e rinasce identica. È l’immagine che gli ingegneri del NREL usano per descrivere la loro tecnologia: una “pala boomerang” che non diventa mai rifiuto.

Questo concetto sta già ispirando anche l’industria europea: Siemens Gamesa ha lanciato la sua RecyclableBlade, mentre Vestas lavora su compositi termoplastici riciclabili. Tutte le strade portano verso lo stesso obiettivo: zero rifiuti, zero compromessi.

UN FUTURO CHE GIRA ANCORA PIÙ VELOCE

L’eolico del futuro non sarà solo silenzioso e potente, ma anche circolare. Con materiali riciclabili, catene produttive a ciclo chiuso e impianti sempre più efficienti, il vento potrà davvero essere una fonte di energia infinita, anche nei materiali che la compongono.

In fondo, la natura non spreca nulla. È giusto che anche le sue turbine imparino a fare lo stesso.

Fonte

National Renewable Energy Laboratory (NREL), “Bio-Based Recyclable Thermoset Composites for Wind Turbine Blades”, Press Release, 22 agosto 2024.